Amy&Blake_Concerto per le ultime parole d’amore @BabaruM
Giovedì 7 settembre
✮✮✮ Amy & Blake ✮✮✮
Concerto per le ultime parole d’amore
L’ultimo tragicomico concerto fisico di un’icona planetaria dello sfascio e di un talento musicale ineguagliato. Amy a dispetto del suo ingombrante e scompigliato personaggio è autrice di tutti i testi delle sue canzoni, un racconto ironico e spietato delle sue
disavventure troppo umane. Uno spettacolo musicale sulla dipendenza dedicato all’eroina contemporanea che – al posto nostro – ha vissuto tutto, ha amato troppo ed è bruciata in
fretta.
Maybe I don’t know what I’m doing, but I know what love is.
[ Amy Winehouse ]
Ideazione e regia Alice Conti
Testo Chiara Zingariello
Sguardo ottuso Sabino Civilleri
Drammaturgia Alice Conti e Chiara Zingariello
Costumi Eleonora Von Duse
Disegno luce Alice Colla
in scena Alice Conti AMY
Musica dal vivo Lorenzo Zanghielli BLAKE
uno spettacolo di ORTIKA, con la complicità di
CAP10100 – Torino
TGA Teatro Garibaldi Aperto – Palermo
Amy & Blake. Concerto per le ultime parole d’amore.
✮✮✮ ORARI ✮✮✮
► 18:00 Apertura Cancelli BabaruM
► 19:00 BaBa Vegan Buffet
► 20:30 Amy & Blake
► 00:00 Chiusura Cancelli BabaruM
Le sfiziosita culinarie della nostra CaleidoscopicaCucina, saranno inoltre disponibili fino a chiusura!
✮✮✮ Per tutti gli associati ✮✮✮
Per entrare al BabaruM ci vuole la tessera! Costa 10€ e vale fino ad Aprile 2018. Comprende l’entrata libera a tutti gli eventi e al buffet BaBaStyle Vegetariano!
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Amy Winehouse è un simbolo, un’icona planetaria dello sfascio,
un talento musicale ineguagliato, che illumina di ridicolo le stelline superficiali della discografia
contemporanea. Amy – a dispetto del suo ingombrante scompigliato personaggio – è autrice di tutti
i testi delle sue canzoni, un racconto ironico e spietato delle sue disavventure molto, troppo
umane.
Si dice che tanto più si alzano i suoi capelli, tanto più cresce la sua disperazione. Ma in fondo è
anche una ragazza di 27 anni, ironica, intelligente, disperata. Una donna che ha vissuto fino in
fondo, senza moderazione e misura ogni sentimento umano, ogni storia incontrata. Un’assenza di
misura che porta alla dipendenza e che ne fa simbolo – per contrasto, per opposizione – della
mediocrità del presente di noi altri normali.
Una di quelle rare creature del mondo che devono e riescono a vivere ogni cosa fino in fondo, fino
a consumarsi e a bruciare in fretta, prima del tempo della riflessione e della noia. La sua vicenda
come una specie di acceleratore della vita e della morte, un amplificatore percorso dove tutto è
assoluto, pieno, terribile. A 24 anni due dischi d’oro e 5 Grammy, milioni di dischi venduti è la
persona che più ragazze nel Regno Unito vorrebbero essere. E smette di fare musica, inizia il
declino.
Questo spettacolo vuole essere un omaggio, un tributo alla storia ma anche una riflessione sul presente nostro che davvero pochi riescono a dire di vivere.
Un presente sulla soglia, un accenno timido di giovinezza
mentre il tempo assoluto è già passato.
L’assoluto ce lo siamo perso.
Attraverso la sua storia dunque s’indaga la dipendenza come
radice, come legame alla vita. Si indaga come l’estrema vicinanza alla vita bruci tutto e di come invece si possa facilmente consumare una vit a intera rimanendo intonsi.
Questo vuole essere un discorso sulla dipendenza, sulla Fame.
✮Una rock’n’roll star è qualcosa oltre il bene e il male. Non è né un modello né un esempio. Fa solo quello che cazzo vuole, come vorremmo fare tutti. Spesso viene associata ai soldi, alle droghe e al sesso. Balle. E’ solo pericolosamente libera.✮
[ Peter Fruit ]
Il lavoro nasce da un rimescolio di materiali preesistenti, citazioni, facce viste nelle foto.
L’immaginario è ultracontemporaneo, la biografia e le canzoni il filo conduttore e il pretesto, un lascito originale di testi che parlano letteralmente dei momenti della sua vita. Che la descrivono nel modo più incredibilmente genuino che uno potrebbe augurare a se stesso; Amy scrive e canta dell’amore, di ciò che le accade ogni giorno, nel modo più onesto, franco. Le persone sentono la vulnerabilità nella sua voce, si identificano con il sentimento universale che la colma e la distrugge, che le soffia dentro rendendola viva, un po’ più viva di tutti gli altri. Si riconoscono in chi ama e soffre al di là della moderazione e della buona educazione; come in un eroe moderno che allo stesso tempo li solleva dalla responsabilità tragica di morire, o di vivere, essi stessi. Il testo originale nasce da una ricerca documentaria lunga e diffusa sulla vita dell’artista, della donna, con un risultato del tutto anti-celebrativo, tragicomico, cinico. La pièce alterna momenti di parola detta, cantata e di azioni fisiche. La ricerca che la costruisce passa attraverso l’utilizzo del corpo intero, del suo movimento danzato, codificato, riprodotto e concreto, della citazione dal mondo, del racconto; una sovrapposizione di strati successivi e contraddittori, di immagini, di gesti, di canti, di parole. E’ un processo che tenta di tenere tutti canali aperti insieme, come più semplicemente accade nella vita: stare ferma continuando a danzare, continuare a narrare stando in silenzio.
Se il personaggio è un pretesto, uno stato di sé, Amy è il mio pensiero più onesto.
Il canto è una celebrazione del quotidiano, una santa messa al piangere sdraiati sul pavimento della cucina, per giorni, perché si è stati lasciati. Lei canta, noi la guardiamo bruciare; ciò che è
dentro, ciò che anche noi abbiamo dentro, lei lo butta fuori. Canta ed è lei, lei da sola.
L’esperimento è stato portato in alcuni luoghi non-teatrali che un personaggio come Amy avrebbe
potuto abitare, nel quale sarebbe facilmente potuta rimanere incastrata la sua anima inquieta: un
cesso, un salotto abbandonato, il bancone di un bar.
In questi luoghi la sua canzone continua a suonare anche se lei non c’è più.